La Guida sul comune di Caprarola
Qui trovi informazioni per conoscere la città ed il suo territorio, cosa vedere, cosa fare, dove mangiare e dove dormire
La via Dritta di Caprarola è un capolavoro di urbanistica cinquecentesca, un raro esempio di pianificazione prospettica proiettata sul fondale il cui protagonista è sempre lui, il Palazzo Farnese...
Sempre lui, una presenza costante lungo una strada in salita che dai piedi del borgo sale dritta al Palazzo Farnese per circa 600 metri.
Sembra tutto normale ma non lo è, non lo è affatto.
Provate ad immaginare come avrebbero risolto il dislivello, per far salire una normale strada, se il committente non fosse stato un grande mecenate e se l'architetto non fosse stato il Vignola... Insomma, non avrebbe avuto senso.
Improvvisamente s'intuisce il capolavoro ideato dal Vignola per creare "una salita trionfale" e nel contempo mantenere costante l'enfasi sulla residenza del cardinale.
La notevole pendenza della collina, apparentemente un problema da risolvere, in realtà giocò a favore del progetto mettendo in alto la dimora in relazione a tutto il resto che inevitabilmente sarebbe rimasto al di sotto.
Non solo un gioco prospettico per elevare la posizione del cardinale, ma anche per marcare il dislivello sociale e culturale tra lui ed il popolo.
Forse nell'immaginario del cardinale, la salita della Via Dritta rappresentava un'ascesa, un virtuale passaggio dal potere terreno a quello spirituale.
A tutto questo il cardinale, coadiuvato dal Vignola, diede tanti altri significati simbolici, come la suddivisione della Via Dritta in 4 parti di egual lunghezza che collegano cinque piazze, più una quinta parte, sempre di egual lunghezza, che però non è occupata da una strada ma dal complesso del Palazzo la cui corrispondente misura dalla prima rampa di scale si interseca con il microcosmo del cardinale... ecco nuovamente il cerchio, ecco il simbolo spirituale, il cerchio con all'interno un pentagono ed un pentagono con un cerchio al centro.
Il Vignola non si spaventò affatto dalle richieste del "gran cardinale", ed affrontò con disinvoltura anche il superamento dei due profondi burroni, uno ad ovest ed uno ad est che isolavano l'antico borgo medievale.
Qui il Vignola realizzò due ponti e passò al superamento delle pendenze realizzando una salita regolare e costante riempendo i vuoti e tagliando gli esuberi per mantenere le quote. Del resto aveva già affrontato un compito ben più arduo tagliando la collina a ridosso del Palazzo per ottenere vari ripiani su cui incastrò la maestosa fabbrica.
Il ponte che scavalca il burrone che divide l'antico borgo con il colle dove sorge il Palazzo Farnese
Uno degli aspetti più significativi di questo intervento urbanistico, fu il taglio dell'antico abitato per far passare la strada. Molti edifici medievali e rinascimentali, infatti, vennero letteralmente sventrati.
La Via Dritta, oggi chiamata Via Filippo Nicolai, ovvero la via principale, è una raccolta di edifici cinquecenteschi fatti costruire da nobili famiglie legate in qualche modo all'entourage del cardinale, forse anche per manifestare una sudditanza al potere che Alessandro Farnese e la sua famiglia avevano raggiunto. Alcuni edifici vennero costruiti ex novo, altri vennero ampliati e le loro facciate allineate alla Via Dritta, alcune delle quali in perfetto stile vignolesco. In sintesi, un museo diffuso da scoprire con calma, passeggiando, ammirando e fotografando.
Uno scorcio della via Dritta con i nuovi edifici dalle facciate rinascimentali e sulla sinistra il castello medievale
Per la visita della via Dritta e capirne tutto il significato architettonico e prospettico, è bene partire dai piedi del paese, Piazza San Marco, o meglio Piazza Martiri della Libertà e salire verso il Palazzo.
© Caprarola.com
ph mauriziovecchi
Bibliografia
Maurizio Vecchi e Paola Cimetta - Il Palazzo Farnese di Caprarola
Enrico Guidoni, Giulia Petrucci - Caprarola
Il sito, disclaimer
Copyright
Contatti: info@caprarola.com
Caprarola M.V. PIVA 02232390563